La crisi da Covid-19 e la mobilità transfrontaliera
La seconda ondata

Il periodo successivo all’estate, come detto in precedenza, è stato un momento che ha portato numerose difficoltà e ha messo i paesi europei davanti ad una nuova ondata di coronavirus. Questa seconda ondata ha pian piano toccato nuovamente tutto il mondo, ma la Francia è stata uno dei primi paesi ad avere un notevole incremento di casi positivi. Il nuovo propagarsi del virus ha portato ad una divisione in zone all’interno dei paesi e anche questa volta sono stati presi numerosi provvedimenti per quanto riguarda la mobilità transfrontaliera. I provvedimenti attuati dal governo italiano sono stati abbastanza forti nei confronti di tutti coloro che arrivavano dalla Francia, in quanto quasi tutti i dipartimenti del paese erano considerati “zona rossa”, quindi zone fortemente colpite dal virus. L’ordinanza firmata dal ministro della salute, prevedeva l’obbligo di tampone per tutti coloro che desiderassero entrare in Italia e provenissero dalla Costa Azzurra e da Parigi, escludendo però i lavoratori frontalieri, gli studenti frequentanti un corso di studi in uno stato diverso da quello di residenza (solo se questi ultimi facevano ritorno al loro paese ogni giorno o almeno una volta alla settimana) e chi transitasse per l’Italia meno di 72 ore. Nonostante l’esclusione dei frontalieri dall’obbligo del tampone alla frontiera con il paese transalpino, questa ordinanza ha creato molto scompiglio e preoccupazione tra questi ultimi.

Il mese di ottobre, si è dimostrato un mese decisivo per quanto riguarda la seconda ondata, soprattutto in Francia. Il governo francese infatti, dopo aver instaurato un coprifuoco in tutto il paese, alla fine del mese ha annunciato il suo secondo lockdown a causa del propagarsi del virus, che ha visto nuovamente la chiusura di tutte le attività non essenziali e controlli alle frontiere, esattamente come durante il lockdown primaverile. Il governo italiano, invece ha deciso di dividere in zone (zona rossa, zona arancione e zona gialla) in base al numero dei positivi in ogni regione e di adeguare le chiusure delle attività al colore della zona. Il secondo lockdown è stato voluto da entrambi i paesi, non solo a causa del propagarsi del virus, ma anche al fine di garantire ai cittadini di passare le vacanze di natale nel miglior modo possibile. Infatti, il periodo delle vacanze natalizie è stato caratterizzato da restrizioni un po’ meno rigide, ma da un coprifuoco come prima del lockdown. Al momento, la situazione in Francia non sembra essere migliorata abbastanza da poter concedere a bar, ristoranti, cinema e teatri di riaprire, dato che non ha raggiunto i livelli sperati. La stessa cosa vale per l’Italia, che ha visto un aumentare di casi positivi negli ultimi giorni e che quindi non potrà diventare un paese completamente giallo. Ma il vero problema di questa situazione disastrosa, è il fatto che, nonostante l’inizio della campagna di vaccinazione, non si vedono grandi miglioramenti e la possibilità di una terza ondata sembra essere sempre più reale.