La crisi da Covid-19 e la mobilità transfrontaliera
La mobilità transfrontaliera

Con il termine “mobilità transfrontaliera” si intende l’atto di spostarsi da un paese ad un altro a lui confinante per ragioni di lavoro o studio. Per quanto riguarda il lavoro, ciò che distingue un lavoratore frontaliero dal tradizionale lavoratore migrante è il fatto di essere residente in uno Stato e di lavorare in un altro. Mentre il secondo lascia il suo paese di origine, con o senza la sua famiglia, per abitare e lavorare in un paese diverso dal suo, il frontaliere in molti casi ha una doppia cittadinanza nazionale per il luogo di residenza e il luogo di lavoro. Per quanto riguarda invece lo studio, al giorno d’oggi ci sono innumerevoli giovani che decidono di intraprendere un percorso di studi in un paese confinante con il proprio, spostandosi quindi quotidianamente o settimanalmente da un paese all’altro.
Il territorio europeo vanta numerosi programmi di cooperazione transfrontaliera, come Interreg, il programma di Cooperazione Territoriale Europea che ha come fine la cooperazione tra le regioni europee e la creazione di un mercato unico. Per quanto riguarda l’Italia e la Francia, ci sono dei programmi europei di cooperazione che sono focalizzati sui rapporti tra i due paesi. Il programma che copre il territorio alpino tra Francia e Italia, quindi tutte le regioni italiane e dipartimenti francesi confinanti, si chiama ALCOTRA e ha come fine una cooperazione che coinvolge economia, ambiente e servizi ai cittadini. Per quanto riguarda invece i territori affacciati direttamente sul mare, il programma di cooperazione Marittimo ha come obbiettivo il rinforzamento della cooperazione transfrontaliera e la promozione della cooperazione tra regioni italiane e francesi del Mare Mediterraneo settentrionale.
La situazione dei lavoratori transfrontalieri
La libera circolazione delle persone ha dato la possibilità a numerosi lavoratori di andare a lavorare in un paese diverso dal loro paese natale o di residenza. Il numero di lavoratori frontalieri varia a seconda della situazione economica nei diversi paesi. La Francia è il primo paese “esportatore” di lavoro frontaliero in Europa: i francesi con residenza in Francia e occupati all’estero sono innumerevoli e molti di essi sono occupati in paesi come: Svizzera, Germania, Lussemburgo e Italia. Per quanto riguarda l’Italia invece, i lavoratori hanno la tendenza ad andare in paesi non confinanti, ma un gran numero di essi è occupato in paesi come Svizzera e Francia. In particolare, il più gran numero di lavoratori frontalieri in Italia si sviluppa nei territori della Regione Autonoma della Valle d’Aosta, delle province di Torino e Cuneo (Regione Piemonte) e della provincia di Imperia (Regione Liguria). In Francia invece si sviluppa nei dipartimenti dell’Alta Savoia e Savoia (Regione Auvergne Rhône-Alpes), nei dipartimenti delle Hautes Alpes, Alpes de Hautes-Provence e Alpi Marittime (Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra).
La situazione degli studenti tranfrontalieri
Per quanto riguarda la situazione degli studenti, le relazioni tra Francia e Italia hanno come punti fondamentali la cultura e l’educazione. I due paesi vantano un accordo culturale firmato nel 1949 che mette le basi per la futura cooperazione, che è in tutto e per tutto un accordo pionieristico. Questo accordo precede la nascita della Comunità economica europea e la creazione di programmi di mobilità europea come Erasmus, ma sicuramente ne apre la strada. Il testo ha come fine la diffusione della lingua e della cultura nell’altro paese ed è per questo che vengono sanciti scambi di materiali e di esperti del settore della cultura e dell’educazione. Al giorno d’oggi, per quanto riguarda l’educazione, Francia e Italia sono ancora fondamentali l’una per l’altra e vantano progetti come EsaBac (ovvero una certificazione che prevede il rilascio di due titoli di studio, permettendo così agli studenti di ottenere sia l’Esame di stato italiano che il Baccalaureat francese) che instaura partenariati tra licei italiani e francesi, che possono anche portare a scambi culturali tra gli studenti. Per quanto concerne l’insegnamento superiore, ogni anno migliaia di studenti italiani si scrivono nelle università francesi, non soltanto per la validità dell’insegnamento, ma anche per ragioni pratiche, in quanto alcune università francesi come quella di Nizza o Chambery, sono molto vicine e comode per gli studenti transalpini. Molti studenti francesi soggiornano in Italia sfruttando le possibilità date dal programma Erasmus, infatti il bel paese sembra essere una delle scelte più gettonate dagli studenti francesi. Inoltre, l’Italia è il secondo paese d’origine dei dottorandi stranieri in Francia e quest’ultima è il primo paese d’origine dei dottorandi stranieri in Italia. Si registrano effettivamente più di 4.000 accordi tra università francesi ed italiane, non solo per quanto riguarda il programma Erasmus, ma alcuni accordi propongono l’attuazione di formazioni comuni come i doppi diplomi o diplomi congiunti, che danno la possibilità a sempre più persone di conoscere il paese transalpino.